La storia del blush

Pubblicato il 19 maggio 2014 | Categoria: Make-up, Trattamenti di bellezza

Il blush, dall’inglese to blush, “arrossire”, è da sempre uno dei vezzi femminili più usati e amati. In commercio esistono tanti e tanti tipi di blush, in diverse consistenze e colorazioni, che si adattano alle diverse tipologie di incarnato, di trucco e di struttura del viso. Fra le varie colorazioni esistenti i rosa e i corallo vanno per la maggiore, soprattutto nel periodo estivo, e sono più indicati a chi ha la pelle chiara, gli incarnati mediterranei, invece, si armonizzano con i marroni caldi e i rossi (dal fragola al fucsia).

Il blush è un utilissimo alleato per donare colore al viso, difatti tutte le donne desiderano avere una luminosità naturale che dia tinte calde al volto. Spesso però non si sa come orientarsi sulla scelta del colore, inoltre i blush, oltre la varietà di tinte, hanno differenti consistenze: è possibile trovarli in polvere, in crema, liquidi o in gel. Il fard in polvere è quello più utilizzato, soprattutto per la sua facilità e rapidità di applicazione, i vantaggi di questa tipologia sono:

  • facilità di applicazione
  • rapidità nell’applicazione
  • ottenimento di tante sfumature
  • molteplicità di colori da abbinare alla propria pelle

Per quanto riguarda il fard compatto, questo è molto confortevole sulla cute inoltre ravviva il colore del viso, ed è particolarmente indicato per chi non utilizza il fondotinta. I suoi vantaggi sono i seguenti:

  • non lascia tracce e quindi non sporca
  • toni e colori accesi che donano luminosità al viso
  • non occorre fondotinta

Il blush in gel è utile soprattutto d’estate, in quanto permette di mettere in risalto l’abbronzatura, i vantaggi sono:

  • toni bronzei per far risaltare abbronzatura
  • indicato per le pelle secca
  • grande durata e resistenza

La scelta varia in base alle diverse tipologie della pelle, ad esempio la combinazione pelle grassa-blush in polvere è ottima, però si possono anche usare blush liquidi o in gel. Per chi ha la pelle secca invece è consigliabile un blush in crema. A tal proposito il Dr. Dario De Simone, dermatologo di Napoli, dà alcuni preziosi suggerimenti ad una nostra paziente che chiede cosa fare in caso di pelle secca e screpolata: “Anzitutto il mio consiglio è di utilizzare maglieria intima in cotone bianco, evitando tassativamente la lana, la flanella, le fibre sintetiche. Poi, se proprio non ama le creme idratanti, potresti sostituirle con olii spray e con l’utilizzo di detergenti oleosi privi di sapone”.

Coloro che hanno una pelle normale potranno provare i diversi blush e decidere quale dei tanti in commercio fa al caso loro. Per quanto riguarda la scelta del blush in base alle tonalità, è bene sapere che il miglior colore del blush è quello più vicino al tono naturale della nostra pelle. Un’alternativa per scegliere il colore è abbinare il tono del blush a quello del rossetto. In inverno, è preferibile utilizzare colori come i pesca e i beige mentre in estate le tonalità calde sono quelle che si sposano meglio con l’abbronzatura.

Come si applica il blush?

La vera forza del blush è che si tratta di un prodotto multiuso, infatti può essere usato anche sulle labbra e sugli occhi. Per usarlo sulla bocca è necessario mescolare la polvere con un burro di cacao e con un pennello applicarlo sulle labbra, o applicare la polvere picchiettandola e passare un velo di gloss sopra. Sugli occhi può essere applicato direttamente oppure bagnandolo per ottenere un effetto più brillante. Comunque sia per poter applicare il blush sul viso dobbiamo tener presente che è bene partire dalla parte alta dell’orecchio ed arrivare sino alla fine della mela della guancia.

Per quel che concerne la stesura del blush bisogna iniziare a stenderlo dallo zigomo in direzione dell’orecchio andando a sfumare. Il blush va applicato con un pennello morbido e picchiettato sullo zigomo con piccoli movimenti rotatori dall’esterno verso l’interno. Un trucchetto niente male che ne facilita l’applicazione è quello di sorridere per consentire al blush di aderire perfettamente allo zigomo. È molto importante non applicare il prodotto sul naso, sulla fronte e sul mento, in quanto si rischierebbe di ottenere sul viso un effetto post-sbronza, un po’ marcato e innaturale. Un ulteriore consiglio, rivolto alle truccatrici più esperte, consiste nel distribuire il prodotto un po’ su tutta la superficie del viso, marcando in particolare l’ovale, soffiando e rimuovendo prima l’eccesso di prodotto dal pennello in modo che il viso sia leggermente sfiorato da ombreggiature; così facendo si crea un effetto di tridimensionalità, altrimenti saremmo piatte.

Blush e fard: qual è la differenza?

Blush e fard sono la stessa identica cosa, si tratta semplicemente di due differenti nomi che vanno a identificare il medesimo cosmetico. È una differenza tutta di linguaggio in quanto fard è il termine utilizzato in francese, blush è quello in lingua inglese.

Qual è la storia del blush?

Il fard è uno di quei cosmetici utilizzati sin dall’antichità, dunque ha alle spalle un importante passato. Infatti, andando a ritroso nella storia è possibile trovare notizie sugli usi del fard già nell’Antico Egitto. A quei tempi veniva utilizzato da donne e uomini per colorare le labbra e le guance. Inoltre, dal momento che gli egizi davano tanta importanza alla decorazione del corpo intesa anche come protezione dal sole, dalla sabbia e dalle malattie di occhi e pelle, era fondamentale che il materiale utilizzato per la composizione del trucco fosse ottimo e duraturo.

Alla luce di ciò essi prediligevano l’uso di ocra rossa a secco o miscelata ad oli pregiati si prestava bene per le loro finalità. Nelle varie epoche questo tipo di make up ha visto momenti di fortuna e altri di poca notorietà. Alcune testimonianze del suo utilizzo possono essere rintracciate nel mondo dell’arte, infatti nel’600 nel ciclo di dipinti i “Bacchi” di Caravaggio, i personaggi hanno le gote rosse. Andando avanti nei decenni ritroviamo un’ulteriore testimonianza dell’antico utilizzo del fard nell’opera “Damina graziosa” di Rosalba Carriera, in cui la donnina ritratta ha le gote infuocate che ne esaltano ancor di più il candore niveo del volto. Successivamente, durante l’epoca vittoriana, venne vietato alle donne di truccarsi poiché il trucco era associato a prostitute e attrici. Sempre nell’800, tra i tanti ritrattisti, vi sono i dipinti del pittore Giovanni Boldini le cui donne ritratte, alla moda, in atteggiamenti vezzosi sono  finemente truccate con un velo di fard ad esaltare gli zigomi ossuti.

Nel ‘900 sono sorte le prime case cosmetiche che hanno migliorato la qualità dei materiali utilizzati, infatti da materiali rudimentali e pericolosi per la salute si assiste a un miglioramento nelle texture e nelle materie prime utilizzate per confezionare il make up. In questi anni il trucco ormai è alla portata di tutte le donne grazie anche al cinema e alle prime attrici, icone che vengono imitate. Da lì un susseguirsi di mode e di tendenze per giungere fino ai giorni nostri.