Come educare un bambino

Pubblicato il 3 giugno 2015 | Categoria: Featured, La psicologia dei ragazzi, Psicologia

Educare un bambino sin dai suoi primi passi può sembrare molto difficile: degli ottimi insegnamenti, però, possono permettere al bambino di vivere e lavorare serenamente nella società. Ad ogni età corrisponde una tipologia di atteggiamento: è necessario pertanto saper interpretare tutti i cambiamenti del bambino.

Quali sono le regole per educare al meglio un bambino?

Donare al proprio bambino molto affetto ed incoraggiarlo rappresentano due semplici gesti che possono dargli sicurezza. Quando un bambino si sente incoraggiato da un genitore o da una persona che rappresenta un punto di riferimento, impara a essere determinato e sicuro di sé.  Allo stesso modo, si dovrebbero premiare le giuste azioni e i comportamenti corretti.

Spesso capita che i bambini non ascoltino le richieste dei genitori: come si può evitare questo comportamento?

Chiedere a un bambino di compiere un’azione, soprattutto se si tratta di azioni che al bambino non piacciono, come ad esempio sparecchiare la tavola o svolgere i compiti di scuola, è sempre difficile e a volte sembra un’impresa quasi impossibile. I bambini sono molto sensibili, perciò sono facilmente influenzabili dal tono di voce: non è necessario alzare la voce, anzi, spesso può risultare contro-producente. In questi casi, è consigliato essere gentili, ma fermi: in questo modo il bambino capisce che bisogna svolgere quella determinata azione.

E se il bambino dovesse fare i capricci?

Come già detto, sparecchiare la tavola oppure svolgere i compiti per un bambino risulta sempre noioso, perciò è probabile che faccia i capricci, urli o pianga. Non si deve mai assecondare questa tipologia di comportamento, aggirando l’ostacolo. Il bambino deve imparare che ci sono dei piccoli compiti che, a prescindere dal suo comportamento, devono essere svolti. Deve imparare che durante il suo percorso ci saranno sempre delle situazioni che non risulteranno divertenti o piacevoli, ma che comunque dovrà affrontare.

Fissare delle regole: prefissare delle regole può essere di aiuto per un bambino. Bisogna ricordare, però, che le regole funzionano meglio per i bambini che sono già in età scolare. I più piccoli, ovvero i neonati e i bambini molto piccoli, non possono ancora capire le regole.

Quando un bambino effettua qualcosa di sbagliato, fa i capricci oppure semplicemente non segue le regole, si può togliere qualcosa che gli piace, come ad esempio i videogiochi, vietare la televisione per un periodo di tempo o il computer.

Cosa, invece, non bisogna fare per educare il proprio bambino?

Bisogna ricordare di non dire mai che il bambino è cattivo, ma che semplicemente il suo comportamento è sbagliato o inadeguato. Il bambino così capirà che non deve ripetere quel determinato gesto. Se il bambino ha più di tre o quattro anni di età, si può ragionare con lui sul comportamento da evitare o da non ripetere: sopra questa età, infatti, i bambini sono già in grado di capire ciò che non deve essere fatto.

I bambini non devono essere sgridati per motivi futili: questo tipo di atteggiamento può rendere il bambno ansioso oppure, con il tempo, fa sì che il bambino ignori ulteriori insegnamenti. Infatti, come ricorda la dottoressa Assunta Gennarelli, specialista in medicina e chirurgia, “anche i bambini possono soffrire di ansia. Il fatto di sentirsi interiormente instabili può tradursi, in un bambino, in una varietà di sintomi ansiosi, come fobie, manifestazioni psicosomatiche, rituali ossessivo-compulsivi, enuresi notturna e incubi. I bambini instabili possono fare fatica a concentrarsi. Possono apparire quasi sempre sovreccitati per il fatto di avere questa instabilità interiore. Le emozioni destabilizzanti allontanano il bambino dal mondo esterno, perche già troppo accade nel suo mondo interno. E’ importante non sottovalutare i disturbi d’ansia dei bambini in modo da evitare evoluzioni che potrebbero condizionare anche la loro vita da adulti, è altrettanto utile non spaventarsi e rivolgersi repentinamente ad uno specialista per una corretta individuazione del problema”.

Il bambino deve essere sgridato quando effettivamente svolge azioni di una certa rilevanza o quando effettua azioni sbagliate di proposito.

Molti genitori, invece, non provano a ragionare con i propri figli ma, spesso, li sculacciano: in alcuni casi ciò non è necessario, soprattutto se si tratta di un neonato con età inferiore ai 18 mesi, poiché non aiuta a insegnare e potrebbe farsi del male al piccolo. Se si tratta di un bambino che ha più di due anni, invece, potrebbe percepire la violenza come unica via di uscita per i problemi. Gli schiaffi e le sculacciate non devono essere una regola per gli insegnamenti, ma sono mezzi che devono essere utilizzati solo se strettamente necessari.

I genitori hanno sempre paura di risultare troppo autoritari oppure troppo permissivi: educare un bambino significa insegnare il rispetto delle regole, guidandolo senza rischiare di soffocarlo. Le regole devono esere ben chiare e mai troppo generalizzate: ad esempio, bisogna stabilire quanto tempo potrà trascorrere davanti alla televisione o al computer e non permettergli di oltrepassare quel limite di tempo, anche se un giorno è stato particolarmente bravo.

Il genitore, infine, non deve mai prendere una decisione in un momento di ira: se il bambino urla, non è necessario alzare la voce, perché lui continuerà a gridare pur di prevalere sulla figura genitoriale. Decidere cosa fare in un momento di rabbia potrebbe portare a una decisione errata: i genitori devono imparare ad aspettare qualche secondo prima di decidere il da farsi.