La terapia cognitivo comportamentale

Pubblicato il 8 settembre 2014 | Categoria: Featured, La psicoanalisi, Psicologia

La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è una forma di trattamento che si concentra sull’esame delle relazioni tra pensieri, sentimenti e comportamenti. Esplorando modelli di pensiero che portano ad azioni autodistruttive e le convinzioni che dirigono questi pensieri, persone con malattie mentali possono modificare i loro modelli di pensiero per migliorare il comportamento.

La CBT è un tipo di psicoterapia che è diversa dalla psicoterapia tradizionale psicodinamica per il fatto che il terapeuta e il paziente sono coinvolti in un lavoro comune finalizzato ad aiutare il paziente a superare il disagio psichico. La CBT, inoltre, non si effettua soltanto durante le sessioni con il terapeuta ma può prevedere che il paziente svolga compiti concordati anche quando è da solo analizzando poi con il terapeuta i risultati.

Assunta Gennarelli, medico chirurgo, spiega in modo chiaro che il modello cognitivo comportamentale “..sostiene ci sia una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti, sottolineando come molti dei nostri problemi (tra i quali quelli emotivi) siano influenzati da ciò che facciamo e ciò che pensiamo nel presente, qui ed ora. Questo significa che agendo attivamente ed energicamente sui nostri pensieri e sui nostri comportamenti attuali, possiamo liberarci da molti dei problemi che ci affliggono da tempo. La psicoterapia cognitivo-comportamentale (PCC) sta quindi assumendo il ruolo di trattamento psicologico d’elezione per la stragrande maggioranza dei problemi emotivi e comportamentali.”

Quando è utile usare la terapia CBT

Studi scientifici hanno dimostrato la sua utilità per una vasta gamma di malattie mentali tra cui i disturbi dell’umore, disturbi d’ansia, disturbi di personalità, disturbi alimentari, disturbi da abuso di sostanze, disturbi del sonno e disturbi psicotici.
Altri studi hanno dimostrato che la CBT è in grado di modificare il cosidetto “pensiero automatico”, cioè quei pensieri ricorrenti e non indotti da situazioni di vita che sono alla base dei comportamenti negativi e del conseguente disagio psichico.

I pazienti impegnati in questo tipo di terapia hanno ottenuto effettivamente dei benefici riuscendo a contrastare l’insorgere dei pensieri negativi.
Negli individui depressi, la CBT ha mostrato la stessa utilità dei farmaci antidepressivi e persino una maggiore efficacia nel prevenire le ricadute.
I pazienti trattati con CBT per la depressione sono invitati a programmare attività positive nei loro calendari giornalieri, al fine di aumentare la quantità di piacere che sperimentano. Inoltre i pazienti depressi imparano a cambiare (“ristrutturare”) i modelli di pensiero negativo al fine di interpretare il loro ambiente in modo meno negativo.

Questo stesso modello, un programma regolatore, si è dimostrato altrettanto valido in pazienti con disturbi del sonno.
Molti studi indicano che i pazienti che ricevono CBT in aggiunta al trattamento farmacologico hanno risultati migliori rispetto ai pazienti che non ricevono CBT come trattamento aggiuntivo.
Questa terapia è anche un trattamento utile per i disturbi causati da attacchi d’ansia. I pazienti che soffrono di attacchi di panico persistenti sono invitati a trovare i motivi che sono alla base di tali attacchi.

Questo è utile nel ridurre sia la frequenza che l’intensità degli attacchi di panico. I pazienti che soffrono della sindrome ossessivo compulsiva sono guidati ad esporsi a quello che temono in un ambiente terapeutico sicuro e controllato. Le convinzioni che circondano le loro paure (di contaminazione, malattia, danno infliggendo, ecc) vengono identificate e modificate per diminuire l’ansia connessa con tali timori.
Lo stesso vale per le persone con fobie, tra cui le fobie di animali o fobie della valutazione da parte di altri (disturbo d’ansia sociale definito). La terapia CBT è spesso definita come un “trattamento di prima linea” in molti disturbi d’ansia, tra cui disturbo d’ansia generalizzato, disturbo da stress post-traumatico, disturbo ossessivo-compulsivo e fobie specifiche.

Negli ultimi anni la terapia CBT è stata testata anche con pazienti affetti da schizofrenia, il trattamento si concentra sui modelli di pensiero che causano angoscia e anche sullo sviluppo di interpretazioni più realistiche degli eventi.
I deliri sono trattati attraverso lo sviluppo di una comprensione del tipo di prove che una persona usa per giustificare la propria angoscia, incoraggiandoli a riconoscere le prove che possono essere stati trascurati, la prova che non supportano la convinzione irrazionale. Ad esempio, una persona che pensa di essere videoregistrata dagli alieni può sentirsi meno preoccupata quando il terapeuta li aiuta a scoprire che non ci sono telecamere nascoste in sala d’attesa, o che un televisore a distanza non contiene alcuna tecnologia aliena all’interno di esso.