Pubblicato il 27 agosto 2014 | Categoria: Featured, La psicoanalisi, Psicologia
La psicoterapia interpersonale, sviluppata nel 1970, è una psicoterapia di durata breve rispetto agli altri tipi di psicoterapia e altamente strutturata. La sua durata può variare dalle 12 alle 16 sedute e si focalizza sui sintomi attuali del paziente, sui suoi rapporti interpersonali e sui maggiori eventi della vita. Questa terapia, inoltre, riconosce l’importanza delle esperienze avvenute nel passato, ma ha come obiettivo la risoluzione di conflitti interpersonali attuali.
Secondo la terapia interpersonale (IPT) la psicopatologia non dipende solamente da problemi di rapporto interpersonale, ma questi problemi si manifestano all’interno di un particolare contesto che, nella maggior parte dei casi, è correlato con il processo depressivo.
La correlazione tra il processo depressivo e il funzionamento sociale, quindi i rapporti interpersonali, è affermata da diversi fattori:
Ovviamente, ci sono tantissimi altri fattori che affermano questa teoria.
La depressione può manifestarsi con sintomi molto diversi fra loro, diventa quindi difficile riconoscerla. La dottoressa Lucia Andriolo, psicologa, per quanto riguarda la depressione specifica che “la sintomatologia comprenderebbe un tono dell’umore molto basso, con perdita di interesse e piacere per tutte quelle cose che prima interessavano alla persona, una tristezza evidente nell’espressione del viso e nelle manifestazioni corporee (schiena incurvata, sguardo basso e spento, andatura lenta), sentimenti di autosvalutazione o di colpa inappropriati ed eccessivi, difficoltà nel pensare, decidere e concentrarsi, eventuali pensieri di morte.La sintomatologia compromette notevolmente il funzionamento sociale e lavorativo (e di altre aree della vita) della persona, manifestandosi anche con isolamento, perdita della progettualità, irrequietezza o ansia”.
Secondo la psicoterapia interpersonale la depressione è composta da tre elementi fondamentali:
Le persone che, durante il periodo dell’infaziona, non hanno acquisito una sufficiente capacità di sviluppare dei rapporti interpersonali tendono ad andare incontro all’isolamento e alla depressione.
La breve durata della terapia non consente un approccio alla personalità del paziente, infatti l’obiettivo della IPT è il funzionamento sociale che, secondo le teorie su cui si basa la terapia, influirebbe in modo positivo sull’insorgere dei sintomi.
La psicoterapia interpersonale si basa su alcune aree diverse.
La prima è caratterizzata dalle controversie interpersonali e i conflitti esistenti tra individui che fanno parte dello stesso ambito, come ad esempio due coniugi, componenti della famiglia, contesto lavorativo e tanto altro. I conflitti, sia nascosti che aperti, possono essere raffigurati come delle situazioni in cui il paziente ha delle aspettative diverse rispetto agli altri e il conflitto è così marcato da creare una sofferenza non indifferente.
La seconda area, invece, si focalizza sui cambiamenti del ruolo, ovvero quelle situazioni in cui il paziente deve adattarsi ai cambiamenti della sua vita. In questo caso si parla quindi di casi come la crisi di sviluppo, la perdita di relazioni con altre persone oppure i cambiamenti di lavoro.
Infine, nella terza area si collocano i deficit interpersonali, che sono rappresentati dall’impoverimento delle relazioni con altre persone, sia per quanto riguarda l’aspetto qualitativo che per il lato quantitativo.
Per ciò che riguarda l’aspetto pratico del percorso di terapia, il terapista mantiene un rapporto di stretta e solida collaborazione, rispettando il protocollo. Durante la terapia è di fondamentale importanza evitare la regressione oppure altri processi che sono spesso causati dalla psicoanalisi.
La psicoanalisi interpersonale si svolge in tre fasi: