Il giusto legame con il tuo piccolo

Pubblicato il 7 luglio 2014 | Categoria: Lifestyle, Newbaby

Essere genitore è una delle esperienze più straordinarie della vita. Ci permette di provare una varietà di sentimenti quali gioia, amore, orgoglio, emozione e felicità. Ci spinge a dare il meglio di noi, ma allo stesso tempo può mettere alla prova la nostra pazienza e la nostra capacità di gestire lo stress. Nella società odierna il ritratto dei genitori di oggi, dà spesso l’immagine di persone disorientate e confuse; ne emerge che la famiglia tradizionale in cui i ruoli erano ben definiti ed accettati è pian piano svanito poiché e ci si ritrova ad affrontare situazioni inimmaginabili fino a soli pochi decenni fa.

Madri e padri contemporanei sono, inoltre, spesso vittime di se stessi e della vita frenetica che svolgono, di quei ritmi esasperatamente frenetici che costringono a rubare tempo prezioso da dedicare ai figli. Fare i genitori, dunque, è uno di quei mestieri in cui s’imparano sul campo e non consultando manuali e guide, infatti i rapporti tra genitori e figli rappresentano da sempre una questione delicata e difficile, talvolta un vero e proprio problema, che si accentua durante l’adolescenza. I cambiamenti che si sviluppano nel corso dell’adolescenza non sono facilmente comprensibili dai genitori. Difatti, i repentini cambiamenti nell’organismo del ragazzo (sviluppo fisico, cambiamento della voce ecc..), cambiamenti di sviluppo cognitivo, etc fanno sì che il genitore percepisca il proprio figlio adolescente come una persona improvvisamente diversa. In questa delicata fase della vita di ognuno si crea una decisa difficoltà nel relazionarsi efficacemente.

L’adolescente comincia a costruire la propria capacità di essere indipendente e per fare ciò tende ad adottare comportamenti ed atteggiamenti di contrasto al tentativo di controllo da parte dei. Questo comporta la difficoltà di trovare un equilibrio nel legame tra genitori e figli. Il conflitto che, generalmente, si viene a creare in questa fase della crescita, non sempre deve essere visto come qualcosa di assolutamente negativo.

Il conflitto può, infatti, essere considerato come una fase a volte necessaria nella crescita dell’adolescente in quanto può facilitare lo sviluppo dell’adolescente attraverso l’acquisizione di autonomia di scoperta di regole e di espressione del propria individualità. Comunque sia, sapersi muovere in tali circostanze può, a volte, risultare molto faticoso. Occorre, dunque, saper gestire specialmente da parte del genitore questo momento imparando a calibrare la comunicazione con il proprio figlio. La via più giusta per cercare di trovare un giusto equilibrio nel legame col proprio figlio è quella dell’educazione alle emozioni che aiuta i figli a diventare sicuri autonomi e con una buona autostima ed i genitori a sentirsi meno in colpa.

Come fare per creare il giusto legame col proprio figlio?

Il legame con il bambino è un processo lungo al quale bisogna prestare molta attenzione. Quel che la maggior parte di noi non sa è che la creazione dei presupposti per avere il giusto legame con il proprio piccolo, inizia sin dalla gravidanza. Ad esempio accarezzare la pancia quando scalcia e cantare una canzone mentre si ondeggia non è utile solo per il rilascio di ormoni che fanno sentire bene la madre ma anche per rendere familiari al bambino il suono della voce materna. Molto importante nella creazione del legame è il latte materno poiché stimola il rilascio di ossitocina, noto anche come l’ormone che crea legami. Inoltre, l’atto dell’allattamento al seno favorisce il rilascio di endorfine che possono contribuire a essere felice.

Altro modo per creare un buon legame col piccolo è quello di trascorrere del tempo nella vasca da bagno; infatti è risaputo che i bambini amano stare nell’acqua poiché è un’esperienza rilassante, perciò trascorrere del tempo nella vasca da bagno può essere un’esperienza piacevole per tutti. Tutti i tipi di gioco sono ottimi modi per consolidare il legame con il bambino sia per la madre sia per il padre. Ciò che è importante ricordare è che qualsiasi cosa provochi sensazioni di felicità e gioia rafforzerà i legami.

Un altro modo efficace per rafforzare il legame è tenere in braccio il bambino il più possibile. Quindi è consigliabile acquistare un marsupio che dona il sostegno adatto e vi permetterà di svolgere tranquillamente le vostre attività quotidiane. In questo modo avrete un contatto continuo con il bambino. Altro consiglio efficace è quello di fare piccoli massaggi quotidiani ai propri figli. Fare i massaggi non solo favorisce il rilascio di ormoni ma aiuta anche a stimolare la circolazione, la digestione e può alleviare disturbi come mal di pancia e coliche, ma quando si eseguono mantenendo il contatto visivo col bambino aiuterà a sviluppare il legame.

Essenziale è altresì stare a contatto col bambino le prime settimane dopo il parto. Occorre essere sicuri di trovare il tempo per stare con il proprio bambino al di là del semplice momento dei pasti in quanto il piccolo è in grado di riconoscere il profumo della madre prima ancora di distinguerla visivamente, motivo per cui è importante tenerlo vicino anche dopo averlo allattato o nutrito col biberon in modo che possa assimilare il profumo. Dunque interagire con il vostro bambino attraverso tutti e cinque i sensi fin dalla più tenera età può essere fondamentale per il loro sviluppo. Il rilascio di ormoni che viene fornito con alcune delle azioni che si fanno aumenta il legame tra il bambino e i genitori.

In che modo il legame tra genitori e figli determina lo sviluppo di quest’ultimi?

Il tipo di legame che si instaura tra i genitori e i figli determina il loro futuro sviluppo, inoltre ciò influisce sulla quantità qualità delle relazioni future con figure diverse da quelle genitoriali, quindi con gli insegnanti, con il partner e con altre figure di attaccamento.

A tal proposito la dottoressa Annalisa Barbier, psicologa, spiega che: “disturbi dell’attaccamento si possono manifestare anche attraverso un comportamento di attaccamento eccessivo che può sfociare in una vera e propria dipendenza affettiva. Tipicamente femminile, questo disturbo può colpire anche il sesso maschile ed è solitamente legato alle dinamiche relazionali risalenti alla prima infanzia e relative al rapporto che la persona ha avuto con i genitori e le figure di riferimento. Quando il rapporto con le figure di riferimento, solitamente un genitore, è stato caratterizzato da comportamenti e dinamiche disfunzionali, la persona in questione crescendo tenderà a riprodurre tali aspetti in tutti i rapporti che sono importanti e coinvolgenti dal punto di vista emotivo e sentimentale. Riprodurrà quindi degli schemi di attaccamento e di relazione che non sono sani ma che rappresentano l’unica modalità sperimentata e meglio conosciuta di relazionarsi. Poiché non è infrequente che, nel maschio, tali comportamenti di eccessivo attaccamento possano sfociare in atteggiamenti aggressivi, possessivi e limitanti o nocivi per la partner”.