Pubblicato il 1 aprile 2014 | Categoria: Psicologia, Psicologia e vita quotidiana
I sogni hanno sempre affascinato gli esseri umani e fin dagli albori delle civiltà l’uomo ha sempre tentato di spiegarli ed interpretarli. In senso divinatorio, nei secoli antichi, filosoficamente in tempi più recenti. Ma quando si parla dei sogni non si può non pensare a Sigmund Freud, il primo ad occuparsene e a provare a spiegarli scientificamente.
Secondo la visione psicoanalitica di Freud i sogni sono la rappresentazione dei nostri desideri inconsci e nel suo testo più famoso, “L’interpretazione dei sogni” ha descritto le 2 componenti dei sogni: il contenuto manifesto e il contenuto latente.
Il contenuto manifesto è costituito dalle immagini reali, pensieri e contenuti presenti all’interno del sogno, mentre il contenuto latente rappresenta il significato psicologico nascosto del sogno.
La teoria di Freud ha contribuito alla popolarità dell’interpretazione dei sogni, molto in voga ancora oggi. Tuttavia, la ricerca ha dimostrato che il contenuto manifesto nasconde il vero significato psicologico di un sogno.
Il contributo più importante, da questo punto di vista, è quello di Hobson e McCarley che, nel 1977, descrissero il modello di attivazione del sogno.
Secondo questa teoria, i circuiti nel cervello si attivano durante il sonno REM, il che fa sì che le aree del sistema limbico coinvolto nelle emozioni, sensazioni e ricordi, tra l’amigdala e l’ ippocampo, diventi attivo.
Il cervello sintetizza e interpreta questa attività interna e tenta di trovare un significato in questi segnali, traducendoli in sogni. Questo modello suggerisce che i sogni siano un’interpretazione personale di segnali generati dal cervello durante il sonno.
Ma lo stesso autore di questa teoria non ritiene affatto che i sogni siano privi di significato. Ritiene anzi che sognare rappresenti il momento più alto del nostro stato creativo, un momento in cui le informazioni che conosciamo vengono, per così dire, “riassemblate” in nuove forme e nuove configurazioni in grado di offrire nuovi stimoli e possibilità.
Nonostante le tante diverse teorie, tutti concordano che l’attività onirica sia sempre presente, anche se non sempre ne abbiamo memoria e consapevolezza.
I disturbi del sonno a base psicologica, possono verificarsi anche per problematiche legate alla tipologia dei sogni, come ci dice lo psicologo dr.Renato Vignati a proposito dei disturbi del sonno “..esistono alla base motivazioni più complesse, psicologiche, come i ricorrenti sogni agitati o incubi veri e propri” oltre ad altre problematiche come “.. il terrore nel sonno (Pavor Nocturnus), il sonnambulismo, la sindrome da gambe senza riposo, il bruxismo (digrignare i denti)”.
Da Freud in poi sono moltissime le “scuole di pensiero” sull’interpretazione dei sogni.
Su diverse tipologie di sogni ricorrenti la psicoanalisi fornisce risposte generalmente accettate. Ecco le più frequqnti: