Cosa è la psicoanalisi?

Pubblicato il 25 marzo 2014 | Categoria: Featured, La psicoanalisi, Psicologia

La psicoanalisi, dal greco “psyche” e “analysis” è letteralmente lo studio dell’anima e della mente. La psicoanalisi rappresenta una modalità di trattamento che si basa sull’esplorazione dei fattori che determinano i comportamenti e le emozioni dei quali le persone non sono consapevoli. Tali fattori inconsci possono scatenare condizioni stressanti e di infelicità, ma non sempre si manifestano come sintomi veri e propri; in alcuni casi, infatti, determinano tratti di personalità problematici, difficoltà lavorative, affettive e relazionali, disturbi dell’umore o dell’autostima.

La teoria psicoanalitica nasce dal lavoro del celebre psicoanalista Sigmund Freud che iniziò a sviluppare le sue tecniche terapeutiche alla fine del XIX secolo. Nel 1885 Freud cominciò a studiare e lavorare con Jean-Martin Charcot alla Salpêtrière di Parigi; Charcot usava l’ipnosi per curare le donne affette da quella malattia che allora era conosciuta come isteria e che si manifestava con paralisi parziale, allucinazioni e nervosismo.

Freud continuò a praticare l’ipnotismo alla ricerca di un trattamento per tale condizione, ma il suo lavoro e l’amicizia con il collega Josef Breuer lo condussero allo sviluppo della più famosa tecnica terapeutica: Breuer, infatti, descrisse il trattamento che egli praticò su giovane donna che presentava i sintomi dell’isteria e che fu curata facendola parlare delle sue esperienze traumatiche. Freud e Breuer collaborarono quindi a un libro intitolato “Studi sull’isteria”, dopo di che Freud continuò a sviluppare il suo uso di questa “terapia della parola”. Fu lo stesso Sigmund Freud a dare, nel 1922, una definizione della disciplina psicoanalitica. La psicoanalisi, spiegò lo psicoanalista austriaco, è:

  • un procedimento per l’indagine dei processi psichici cui altrimenti sarebbe pressoché impossibile accedere;
  • un metodo terapeutico (basato su tale indagine) per il trattamento dei disturbi nevrotici;
  • una serie di conoscenze psicologiche acquisite per questa via che gradualmente si assommano e convergono in una nuova disciplina scientifica.

La psicoanalisi di Freud: Io, Es, Super Io

Il concetto fondamentale sul quale si basa la psicoanalisi di Freud è la suddivisione della psiche in tre parti. Semplificando tale concetto possiamo definire la psiche composta da:

  • Io: la parte cosciente e consapevole di noi stessi, ovvero la parte con cui identifichiamo noi stessi e che ci fa adeguare alla realtà;
  • Es: la parte primordiale, inconscia e non consapevole, governata dagli istinti e dalle pulsioni;
  • Super Io: la parte della nostra mente che governa i nostri impulsi e li censura, ad esempio facendoci vergognare o sentire in colpa, oppure identificando un determinato comportamento come azione cattiva, maleducata o sconveniente.

Per arrivare a conoscere l’Es, oltre alla “terapia della parola”, Freud usava l’interpretazione dei sogni, ricchi di simboli e significati, che rappresentano la via maestra verso l’inconscio. Dopo Freud altri autori si sono dedicati allo studio della psicoanalisi, sviluppandola e arricchendola, con contributi diversi rispetto al modello originario: ad esempio Carl Gustav Jung che sviluppò la psicologia analitica.

Che cos’è la terapia psicoanalitica e come funziona

Il trattamento psicoanalitico permette di capire in che modo i fattori inconsci influiscono sulle relazioni attuali e sui “pattern” di comportamento e, grazie alla possibilità di rivivere insieme al proprio terapeuta determinate esperienze emotive, può mostrare come questi fattori si sono sviluppati nel tempo.

Nel corso di un trattamento psicoanalitico intensivo la relazione che inevitabilmente si sviluppa col terapeuta permette sia all’analista che all’analizzato di condividere un’esperienza esplorativa intensa. In questo modo molti aspetti della persona possono essere capiti più profondamente ed è possibile lavorare sull’opportunità di promuovere auspicabili trasformazioni.

Può accadere anche che una persona non senta in sé la necessità di sottoporsi ad una terapia psicoanalitica, ma pensi di trarre beneficio da un’esplorazione del proprio mondo interno e del proprio modo di relazionarsi con le persone che lo circondano. Un desiderio di conoscersi meglio e di funzionare meglio nel mondo può quindi rappresentare una motivazione sufficiente per intraprendere un trattamento psicoanalitico. È utile ricordare che la psicoanalisi non può essere applicata solo a trattamenti individuali, ma si possono intraprendere anche terapie di gruppo o familiari che sono denominate psicoanaliticamente orientate. Mentre la persona parla, a poco a poco iniziano a comparire accenni delle fonti inconsce delle sue attuali difficoltà: attraverso alcuni schemi ripetitivi di comportamento, negli argomenti che il paziente trova difficili da affrontare o anche nei modi in cui egli si relaziona con gli altri. Il terapeuta può aiuta a chiarire queste modalità che il paziente affina, corregge, rifiuta e arricchisce aggiungendo ulteriori riflessioni e sentimenti. Alcune caratteristiche distintive della terapia psicoanalitica rispetto ad altre forme di psicoterapia sono:

  • la psicoanalisi è un trattamento a medio/lungo termine e i suoi risultati sono spesso duraturi, con effetti positivi che di solito continuano a realizzarsi negli anni seguenti il completamento del trattamento;
  • ciò che permette alla psicoanalisi di essere efficace è la possibilità di comprensione di se stessi nel contesto di una relazione terapeutica;
  • i pazienti sono incoraggiati a partecipare anche a più di una seduta settimanale; ciò favorisce la continuità e l’intensità del lavoro e non indica una misura della gravità del problema;
  • i pazienti spesso si sdraiano sul divano: questo favorisce il fluire del pensiero, l’esperienza emotiva e la riflessione su di sé e permette ugualmente la possibilità di mantenere la propria intimità ed entrare in contatto con il terapeuta.

Quali sono i vantaggi della terapia psicoanalitica?

Oggi la terapia psicoanalitica è molto criticata perché si ritiene che tale tecnica richieda troppo tempo, sia molto costosa e spesso non riesca a raggiungere i risultati prefissati. Altre teorie contrari a tali terapia sono rappresentate dall’esistenza di una certa forma di avversione verso i concetti e le teorie alla base della concezione psicoanalitica di comportamento, inoltre, negli ultimi decenni, l’avvento di un numero crescente di farmaci specifici per sintomatologie come ansia, depressione, ossessivo-compulsivi ha di fatto offerto una possibilità fondamentale per la persona sofferente.

È indiscutibile d’altro canto che il trattamento psicoanalitico presenti diversi benefici: il terapeuta, infatti, offre al paziente un ambiente empatico e non giudicante dove egli può sentirsi a suo agio nel rivelare i sentimenti o le azioni che hanno portato a condizioni di stress o di tensione (la dottoressa Paola Valenzano, Psicoterapeuta e Psicologa ci dice che “le conseguenze di una situazione vissuta come stressante possono essere molte e diversissime tra di loro; si può partire da uno stato di ansia: tachicardia, respiro affannato, tremore, tensione muscolare, difficoltà a riposare, per arrivare a sintomi dolorosi”. Spesso semplicemente condividendo tali oneri con un’altra persona il soggetto può usufruire di un influsso benefico.